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Ogni emozione porta con sé un insegnamento ed un’opportunità di entrare nella profondità del nostro essere, di conoscerlo intimamente.

Purtroppo siamo però educati, fin da piccoli, ad attribuire dei valori e dare un giudizio sul tipo di emozioni che proviamo e su quanto sia opportuno o meno viverle fino in fondo, accettarle e dare loro lo spazio che meritano.

Ci parlano di emozioni di serie A ed emozioni di serie B. Quelle che vanno rincorse e quelle che vanno scacciate. In tanti corsi motivazionali e di crescita personale si viene esortati alla ricerca spasmodica della felicità, della gioia, del pensiero positivo a tutti i costi.

Per me il grosso cambiamento è avvenuto quando ho iniziato ad accettare ed osservare dall’esterno cosa mi stava succedendo. Mi fermo, respiro e do spazio all’emozione che affiora o che mi travolge improvvisamente. Non mi ci identifico perché non sono io, ma la accolgo. Non la valuto ma la accetto. Aspetto che mi arrivi il profondo insegnamento che porta con sé…e poi la lascio andare.

Ogni emozione si manifesta fisicamente in una parte diversa del nostro corpo. Interessante come lo si possa mappare, interessante come i suoi segnali di dolore siano correlati ad emozioni che non ci siamo concessi di vivere.

Taylor esprime molto semplicemente il nostro rapporto con la tristezza ed il valore di questa emozione.

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Per me il grosso cambiamento è avvenuto quando ho iniziato ad accettare ed osservare dall’esterno cosa mi stava succedendo. Mi fermo, respiro e do spazio all’emozione che affiora o che mi travolge improvvisamente. Non mi ci identifico perché non sono io, ma la accolgo. Non la valuto ma la accetto. Aspetto che mi arrivi il profondo insegnamento che porta con sé…e poi la lascio andare.

Ogni emozione si manifesta fisicamente in una parte diversa del nostro corpo. Interessante come lo si possa mappare, interessante come i suoi segnali di dolore siano correlati ad emozioni che non ci siamo concessi di vivere.

Sedersi con la nostra tristezza

Di Madyson Taylor
tristezza

Sedersi con la nostra tristezza richiede il coraggio di credere che possiamo sopportare il dolore e che ne verremo fuori.

Quando abbiamo a che fare con una sensazione di profonda tristezza, l’ultima cosa che la maggior parte di noi ha bisogno di sentirsi dire, o di pensare, è che in essa risiede un profondo insegnamento.

Nel pieno del nostro dolore ci sentiamo spesso presi di mira dalla vita, sopraffatti dall’enormità di una perdita o, semplicemente, troppo esausti per cercare di esaminare la situazione.

Spesso ci sentiamo troppo delusi ed arrabbiati per riuscire ad intravedere qualcosa di almeno simile al lato luminoso della nostra sofferenza. Ma sappiamo, nel profondo del nostro cuore che comunque, in un modo o nell’altro, emergeremo dall’oscurità e brilleremo nella luce di una nuova consapevolezza.

Tenere a mente questa verità, non importa quanto inafferrabile e lontana possa sembrare, sicuramente aiuta.

L’altra cosa che non vorremmo assolutamente sentire quando abbiamo a che fare con una profonda tristezza, è che l’unica via di uscita è andarci dentro, attraversarla. Sedersi con la nostra tristezza richiede il coraggio di credere che siamo in grado di sopportare il dolore, richiede la fede nel credere che ne verremo fuori, che arriveremo vivi dall’altra parte.

Solo con coraggio possiamo permetterci di passare attraverso il processo del “lutto”, con il pieno permesso interiore di sperimentarlo.

Questo è uno dei potenti insegnamenti che la tristezza ha da offrirci: la capacità di arrenderci e l’accettazione del cambiamento.

La tristezza ci insegna anche la compassione per gli altri che soffrono.

E’ solo nel momento in cui riusciamo a sentire il nostro, di dolore, che possiamo realmente capire ed accettare quello degli altri.

Tutti, prima o poi, abbiamo a che fare con la tristezza e tutti impariamo da essa. Ed è sempre grazie alla sua presenza nelle nostre vite che riusciamo ad andare più in profondità dentro di noi.

Mentre le nostre esperienza individuali di tristezza portano con sé lezioni soggettive, le implicazioni di ciò che apprendiamo sono universali.

La saggezza che acquisiamo andando attraverso il processo di sentire la perdita, di avere il cuore spezzato o nutrire un profondo disappunto ci fa accedere al cuore dell’umanità ed alimenta la coscienza collettiva.

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