Perche le donne hanno bisogno di una tribù

Sono appena tornata dall’Olanda, paese che sento mio più dell’Italia. E’ il posto dove ho la mia tribù, il mio uomo, ma soprattutto le mie Sorelle. Sì, sorelle con la S maiuscola. Donne in cammino e connesse con la loro essenza. La mia tribù di Sorelle è la cosa che più mi manca in Italia, nella vita di tutti i giorni. Lontane ma sempre vicine. Hanno un sesto senso nel palesarsi con un messaggio o una skype call nel momento più opportuno. E’ un legame che va oltre i confini geografici, la lingua ed il tempo.

Abbiamo passato una giornata insieme, dieci ore di connessione, lavoro, divertimento, rituali, condivisioni. Italia, Olanda, Canada, Danimarca, Norvegia sono diventate un’unica nazione. Perché alla fine siamo tutte uguali. Tutte con le stesse paure, le stesse debolezze, le stesse insicurezze. Non importa se giovani o vecchie, grasse o magre, belle o brutte. Ed solo quando si superano i confini, ci si arrende alla bellezza, ci si mette a nudo che inizia la magia. Che si attinge alla fonte di infinita energia che tutte noi abbiamo. Insieme ce lo ricordiamo a vicenda. Di seguito la traduzione di un articolo che sottolinea le implicazioni fisiologiche e di salute della vera sorellanza.

abrazo

Tutto passa attraverso il nostro corpo. La nostra postura, il nostro modo di camminare, i “nostri acciacchi” cronici o acuti che siano. Il nostro corpo è il libro della nostra vita…se solo sapessimo leggerlo, sfogliarlo ed interpretarlo!

Grazie al conscious bodywork, sfoglio e leggo i corpi (il tuo corpo), aiuto le persone (ti aiuto) a uscire dalla mente e prendere consapevolezza del loro tuo corpo, a sentirlo anziché vederlo. Le ti Conduco per mano in modo che tu prenda prendano contatto con quelle emozioni forti, bloccate. Quelle emozioni che non ti sei consentito ci si è consentiti di vivere perché troppo dolorose. Lavoro con te la persona sui blocchi/nodi energetici ed emozionali, liberando un flusso di energia vitale e creativa.

E’ un profondo lavoro di consapevolezza che conduce a disinnescare le strategie di sopravvivenza che la mente ha messo in atto per anni, per arrivare alla tua nostra più profonda verità. Per accogliere ed accettare chi sei siamo e vivere la tua nostra piena verità.

La forza dell’amicizia tra donne

Il reale beneficio dell’amicizia è senza misura. Gli amici rendono la nostra vita migliore e diversi studi hanno dimostrato che l’impatto che ha sul nostro benessere psico-fisico è di gran lunga maggiore di quello che le relazioni famigliari hanno.

Le donne hanno un legame particolare, mettono a nudo la propria anima le une con le altre, si supportano ed incoraggiano tra di loro. Come dice la scrittrice L. Bernikow, un’amicizia femminile che funziona aiuta le donne a ritrovare se stesse ed il proprio senso.

La forza dell’amicizia femminile ha rivelato qualcuno dei suoi segreti alla scienza. Diverse ricerche hanno scoperto che l’ormone dell’ossitocina è, specialmente per le donne, la panacea dell’amicizia e, per estensione, della salute.

Come l’amicizia riduce lo stress

Studi di riferimento hanno provato che le donne rispondono in maniera diversa allo stress rispetto agli uomini, con importanti implicazioni di salute. Quando le persone sperimentano lo stress viene attivata la reazione “flight or flight”, con conseguente rilascio di cortisolo. L’ossitocina, ormone studiato prevalentemente per il suo ruolo nel parto, è un altro ormone che viene secreto sia dagli umini che dalle donne in risposta a situazioni di stress. Nelle donne smorza ed attenua la reazione “fight or flight” e le induce ad andare in protezione e ricercare il supporto di altre donne.

Sotto stress gli uomini producono alte quantità di testosterone che , secondo il Dott. Kein, riduce gli effetti calmanti dell’ossitocina. Ne consege che gli uomini sono molto più avvezzi a rispondere allo stress con aggressività (fight) o distacco (flight). Una donna, d’altro canto, produce estrogeni che aumentano gli effetti dell’ossitocina e la costringono a cercare supporto sociale.

L’aggressività o il distacco hanno un alto prezzo a livello psicologico, mentre le relazioni ed il supporto provocano uno stato di comfort che diminuisce gli effetti dello stress. “La differenza del cercare supporto sociale durante i periodi di stress è il motivo principale per cui uomini e donne hanno una risposta diversa allo stress, ed una delle differenze basilari nel comportamento maschile e femminile” sostiene il Dr. Taylor. La differenza, da sola, contribuisce alle differenze di genere quando si parla di longevità e rischi cardiovascolari.

Una ricerca sul tumore al seno del 2006 dimostra come nelle donne senza amici vicini il rischio di mortalità sia quattro volte superiore rispetto alle donne un circolo importante di amicizie profonde. LE DONNE CON AMICI VICINI HANNO MENO PROBABILITA’ DI MORIRE DI MALATTIA.

Sorellanza

Jane Fonda, attivista ed attrice afferma che “l’amicizia tra donne è diversa dall’amicizia tra uomini, parliamo di cose differenti. Scaviamo in profondità, anche se non ci siamo viste per anni. Ci sono ormoni estremamente salutari e fondamentali per l’eliminazione degli ormoni dello. Sono le mie amiche che mi aiutano a mantenermi centrata, senza di loro non so dove sarei. Abbiamo solo da stare insieme ed aiutarci”.

Fonda e la sua cara amica Lily Tolmin hanno fatto una TED talk sull’importanza dell’amicizia tra donne, paragonandola ad una fonte di energia rinnovabile.

By Tanja Taljaard and Azriel Re’Shel on Wednesday March 23rd, 2016

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La mente divisa

Esattamente un anno fa ero in Polonia a fare uno dei miei corsi di Bodywork –MER (myofascial Energy release). Questi corsi hanno la caratteristica che oltre ad imparare tecniche e modalità di lettura dei corpi, si fa anche un profondo lavoro personale…perché gli altri partecipanti praticano su di te! E fortunatamente il livello di preparazione è mediamente alto.

La cosa interessante di quella settimana è stata la consapevolezza e la sperimentazione in prima persona di cosa succede nel momento in cui proviamo emozioni così forti che il nostro cervello reputa “troppo” intense da sopportare ed elaborare.

Al terzo giorno mi si è completamente bloccata la schiena a livello lombare lato destro. Un male che non avevo mai sentito, che aumentava con il passare delle ore e mi faceva fare fatica a fare qualsiasi cosa. Era comparso apparentemente dal nulla. Magari il letto che era troppo molle o il cuscino tremendo o la fatica nel fare le sessioni non avendo ancora imparato a lavorare correttamente con il corpo…le motivazioni meccaniche erano svariate.

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Ma ero nel posto giusto! Altri 30 bodyworker al mio servizio, ma per quanto nell’immediato provavo sollievo, il male ritornava. Poi la domanda illuminante di Satyarthi, il mio maestro : “Cosa è successo di diverso in questi giorni? Hai avuto discussioni, notizie particolari?”

Certo che le avevo avute! Era stato un crescendo di discussioni, sfociate in furibonde litigate telefoniche…da lì il dolore era iniziato.

Satyarthi ci ha allora parlato del libro del Dott. Sarno, famoso Fisiatra americano e delle scoperte da lui fatte grazie alla pratica sui suoi pazienti.

Il libro “THE DIVIDED MIND” è una medicina naturale per i dolori cronici che il nostro corpo manifesta, il 90% delle persone “guarisce” solo leggendo e diventando consapevole di quelli che sono i meccanismi.

Il Dott. Sarno esplora brillantemente l’abisso che c’è tra la mente conscia e la mente inconscia, luogo in cui tutte le malattie psicosomatiche hanno origine. L’interazione tra la mente razionale, generalmente ragionevole, razionale, etica, morale e le emozioni represse quali il dolore emozionale, la tristezza e la rabbia tipiche della mente inconscia, sembrano essere le fondamenta dei disturbi Mente-Corpo.

THE DIVIDED MIND traccia la storia della medicina psicosomatica, incluso il ruolo cruciale di Freud, e descrive la psicologia responsabile dell’ampio range di malattie psicosomatiche. Il fallimento dei professionisti della medicina nel riconoscere e trattare adeguatamente i disordini mente-corpo ha causato problemi di grandi proporzioni negli Stati Uniti per la salute e l’economia pubblica.

Uno degli aspetti più importanti dei fenomeni psicosomatici è che conoscenza e consapevolezza del processo giocano un ruolo fondamentale nel processo di guarigione.  Centinaia di persone si sono liberate dal dolore semplicemente leggendo il libro.

E’ successo anche a me, leggendo il libro e diventando consapevole di tutta una serie di emozioni profonde e represse. Oggi, per me, funziona anche al contrario: quando ho male da qualche parte vado immediatamente ad interrogarmi ed ascoltarmi da un punto di vista emozionale e…funziona!!

Unico limite per la lettura…bisogna conoscere l’inglese, non esiste un’edizione italiana! Buona lettura!

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Lets talk about Tantra. Pillole

Mi sono innamorata di questo scritto la prima volta che l’ho letto. Quanto è vero e quanto coraggio richiede ammetterlo a noi stessi e con il nostro partner. Quanto il lieto fine “…si sposarono e vissero felici e contenti per tutta la vita…” ha condizionato, deluso e guidato le nostre vite, costringendoci a condannare e sopprimere ogni cosa che di differente sentivamo. La sensazione di essere sbagliati, di doversi conformare ci ha, e continua a farlo, fatti ammalare profondamente, nell’anima.

Non impegnamoci per un futuro insieme. Il futuro è sconosciuto e noi siamo così fluidi e stanchi di far finta di conoscerlo.
I nostri pensieri e le nostre emozioni cambiano in continuazione, in modo incontrollato, come un oceano d’amore selvaggio.
I nostri desideri aumentano e diminuiscono, i nostri sogni nascono e muoiono in un attimo.
Non impegnamoci in una forma specifica di amore. Le forme cambiano sempre, come le maree.
Qui non abbiamo bisogno di sicurezza. Non stiamo cercando la comodità, ma la Verità.

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Costruiamo un impegno più profondo, un impegno che non possa essere interrotto o perso.
Alla PRESENZA. Per incontrarci nel qui e ora.
A Portare tutto di NOI STESSI. Per conoscere e fare conoscere tutto di noi.
A dire la VERITA’, oggi. Consapevoli che la nostra verità domani possa cambiare.
Ad inchinarsi uno di fronte all’altro, anche se i nostri cuori sono rotti e fragili.
Nessuna promessa, nessuna garanzia.

Amare richiede coraggio! Sì!!

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Perché l’amore è un campo, non una forma. Impegnamoci con il campo e teniamolo a mente in ogni singolo momento dei giorni preziosi su questa terra. Tra dieci anni potremmo ancora essere insieme. Potremmo avere dei figli. Potremmo vivere insieme o separati.

Potremmo non vederci mai più. Questo potrebbe essere il nostro ultimo giorno. Se siamo onesti, non possiamo avere la certezza di nulla. Il non conoscere è la nostra casa. Potremmo essere amici, amanti, o estranei, o famiglia o potremmo rimanere senza definizione, oltre la narrazione, il nostro amore incapace di essere costretto in parole.

Qui, al limite del conosciuto, sulla linea sottile che divide la pazzia dall’essere sani, il dubbio dalla certezza, giochiamo, danziamo, beviamo tè, tocchiamoci, piangiamo, ridiamo, incontriamoci. Sacrifichiamo la comodità e la prevedibilità. Quello che guadagneremo è immenso: l’incredibile senso di essere vivi. Non più insensibili al mistero dell’amore, ai misteri dei nostri corpi. Un po’ crudo, forse. Fa un po’ tremare. Forse disorienta un po’, ma questo è il prezzo per essere completamente liberi.

Forse una parte vecchia di noi cerca ancora mamma o papà, la persona magica che non ci lascerà mai, che sarà sempre lì a tenere lontana la solitudine repressa nelle nostre budella. Amiamo anche la parte che fa paura, inchiniamoci anche di fronte ad essa, senza esserne più controllati.
E ti domanderanno:
Ed il tuo futuro?
Cosa succede se avrai dei figli?
Come diavolo ti definisci?
Perché hai paura di impegnarti?
Perché scappi dalla sicurezza? Dalla comodità? Dal futuro?

Ti diranno che sei pazzo o che non comprendi l’amore o che ti sei perso o che sei un egoista  anafettivo. E tu sorriderai e capirai le loro paure, perché le loro paure erano una volta le tue.

Ma non puoi più abbandonare il tuo cammino ora.
E nessuno deve camminare con te. Mai.

Ad un certo punto solo la verità ti potrà soddisfare. Una verità vivente, che si rinnova in ogni momento, la verità selvaggia del cuore aperto. Quando amore e verità sono UNO, quando l’impegno ha radici profonde nel respiro, possiamo finalmente guardarci senza risentimento ed esplodere nel più melanconico tramonto, contenuti dalla gioia più profonda.
Camminando da soli, insieme, da soli.

Jeff Foster (www.lifewithoutacenter.com)

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L’impegno più profondo dell’amore

Il tantra, come il legno di sandalo, l’incenso e la musica sitar, è un’importazione indiana. In giro c’è tanta confusione che deriva da preconcetti, abuso della parola o mis-uso del senso. Se oggi si chiede in giro che cosa sia, si ricevono risposte completamente diverse in base alle esperienze personali, al paese in cui ci si trova, al cammino spirituale personalmente intrapreso.

Ma per quanta confusione ci sia, soprattutto in Italia, il comune denominatore di tutte le definizioni è il SESSO. Probabilmente Sting ha entusiasmato e depistato tutti, anni fa, quando definendosi tantrico ha dichiarato di fare l’amore per ore ed ore…non che questo non sia un risvolto interessante della pratica, ma svia dalla sua vera essenza e rimane a livello concettuale e superficiale.

Quindi, al di là delle tante declinazioni ed etichette (tantra bianco, rosso, verde e nero) che cosa è il Tantra è come impatta nelle vite degli esseri umani?

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Il tantra è una via di tipo esperienziale, per la trasformazione del nostro essere: corpo, anima e mente.

E’ una via che parte dal nostro centro radicandoci profondamente nella terra. Per usare una citazione di Osho: “Più profonde sono le radici, più l’albero può svettare verso l’alto, fino a raggiungere le stelle”.

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Se si è orientati verso le tecniche, viene perso il senso del mistero del Tantra, diventerà uno pseudo-Tantra, basato su tecniche e proprio per via delle tecniche, l’ego sarà lì a controllarle. Quindi “si farà” Tantra ma il fare sarà il problema, provocherà l’azione. Il Tantra è un ‘Non Fare’, non può essere tecnico. Il vero Tantra non può essere scritto, il vero Tantra deve essere assimilato.

Il principio fondamentale del tantra è l’opposto di quello che la nostra mente ci dice: le varie polarità, contrariamente a quello che ci viene insegnato, non sono opposte ma complementari: maschile e femminile, rabbia e compassione, amore e paura non sono in conflitto tra loro.

La base del tantra è la connessione con il nostro corpo, tempio della nostra anima. Il corpo ed il suo sentire diventano strumento d’eccellenza per un cammino spirituale ed interiore che porta alla consapevolezza di chi siamo. Il corpo conosce mentre la mente menzognera RI-conosce quello che ci è stato insegnato, che molto spesso differisce dalla nostra vera natura e dalla nostra verità.

Il percorso attraverso il corpo ci consente di esprimere la nostra vero essere, di imparare a sentire, osservare e lasciare andare. Ci permette di non reprimere ed ignorare quelle emozioni troppo forti che, comunque, rimangono ancorate nel nostro corpo e condizionano inconsapevolmente la nostra vita di tutti i giorni.

Un percorso di tantra coadiuvato dal bodywork, cioè sessioni di lavoro sul corpo, porta anche importanti risvolti nell’ambito professionale. Una delle grandi trasformazioni è proprio il passare dal COMUNICARE, più o meno efficacemente, al TRASMETTERE. La trasmissione è qualcosa che prescinde da noi, che richiede l’annullamento del proprio EGO e la consapevolezza di essere solo uno strumento e non un fine. E’ un modo diverso di arrivare alle persone: VERO, POTENTE, INTIMO. E’ un “arrivare” totalitario e a livello sottile ed energetico.

Concludo con le parole di Pema Gitama, maestra di una delle scuole di tantra Olandesi:

“Il tantra ci insegna ad approcciarci al corpo come se fosse un tempio e vedere i nostri sensi come porte per il mondo interiore ed esteriore. L’obiettivo della pratica è di essere consapevoli del “punto” di contatto tra i due mondi e riuscire a rilassarcisi dentro. E’ in questo rilassamento che la consapevolezza può espandersi. Da oltre 5000 anni i mastri tantrici indiani e tibetani dicono che questa espansione della coscienza sia il più grande orgasmo che l’esistenza ci possa offrire”.

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Sedersi con la nostra tristezza

Ogni emozione porta con sé un insegnamento ed un’opportunità di entrare nella profondità del nostro essere, di conoscerlo intimamente.

Purtroppo siamo però educati, fin da piccoli, ad attribuire dei valori e dare un giudizio sul tipo di emozioni che proviamo e su quanto sia opportuno o meno viverle fino in fondo, accettarle e dare loro lo spazio che meritano.

Ci parlano di emozioni di serie A ed emozioni di serie B. Quelle che vanno rincorse e quelle che vanno scacciate. In tanti corsi motivazionali e di crescita personale si viene esortati alla ricerca spasmodica della felicità, della gioia, del pensiero positivo a tutti i costi.

Per me il grosso cambiamento è avvenuto quando ho iniziato ad accettare ed osservare dall’esterno cosa mi stava succedendo. Mi fermo, respiro e do spazio all’emozione che affiora o che mi travolge improvvisamente. Non mi ci identifico perché non sono io, ma la accolgo. Non la valuto ma la accetto. Aspetto che mi arrivi il profondo insegnamento che porta con sé…e poi la lascio andare.

Ogni emozione si manifesta fisicamente in una parte diversa del nostro corpo. Interessante come lo si possa mappare, interessante come i suoi segnali di dolore siano correlati ad emozioni che non ci siamo concessi di vivere.

Taylor esprime molto semplicemente il nostro rapporto con la tristezza ed il valore di questa emozione.

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Per me il grosso cambiamento è avvenuto quando ho iniziato ad accettare ed osservare dall’esterno cosa mi stava succedendo. Mi fermo, respiro e do spazio all’emozione che affiora o che mi travolge improvvisamente. Non mi ci identifico perché non sono io, ma la accolgo. Non la valuto ma la accetto. Aspetto che mi arrivi il profondo insegnamento che porta con sé…e poi la lascio andare.

Ogni emozione si manifesta fisicamente in una parte diversa del nostro corpo. Interessante come lo si possa mappare, interessante come i suoi segnali di dolore siano correlati ad emozioni che non ci siamo concessi di vivere.

Sedersi con la nostra tristezza

Di Madyson Taylor
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Sedersi con la nostra tristezza richiede il coraggio di credere che possiamo sopportare il dolore e che ne verremo fuori.

Quando abbiamo a che fare con una sensazione di profonda tristezza, l’ultima cosa che la maggior parte di noi ha bisogno di sentirsi dire, o di pensare, è che in essa risiede un profondo insegnamento.

Nel pieno del nostro dolore ci sentiamo spesso presi di mira dalla vita, sopraffatti dall’enormità di una perdita o, semplicemente, troppo esausti per cercare di esaminare la situazione.

Spesso ci sentiamo troppo delusi ed arrabbiati per riuscire ad intravedere qualcosa di almeno simile al lato luminoso della nostra sofferenza. Ma sappiamo, nel profondo del nostro cuore che comunque, in un modo o nell’altro, emergeremo dall’oscurità e brilleremo nella luce di una nuova consapevolezza.

Tenere a mente questa verità, non importa quanto inafferrabile e lontana possa sembrare, sicuramente aiuta.

L’altra cosa che non vorremmo assolutamente sentire quando abbiamo a che fare con una profonda tristezza, è che l’unica via di uscita è andarci dentro, attraversarla. Sedersi con la nostra tristezza richiede il coraggio di credere che siamo in grado di sopportare il dolore, richiede la fede nel credere che ne verremo fuori, che arriveremo vivi dall’altra parte.

Solo con coraggio possiamo permetterci di passare attraverso il processo del “lutto”, con il pieno permesso interiore di sperimentarlo.

Questo è uno dei potenti insegnamenti che la tristezza ha da offrirci: la capacità di arrenderci e l’accettazione del cambiamento.

La tristezza ci insegna anche la compassione per gli altri che soffrono.

E’ solo nel momento in cui riusciamo a sentire il nostro, di dolore, che possiamo realmente capire ed accettare quello degli altri.

Tutti, prima o poi, abbiamo a che fare con la tristezza e tutti impariamo da essa. Ed è sempre grazie alla sua presenza nelle nostre vite che riusciamo ad andare più in profondità dentro di noi.

Mentre le nostre esperienza individuali di tristezza portano con sé lezioni soggettive, le implicazioni di ciò che apprendiamo sono universali.

La saggezza che acquisiamo andando attraverso il processo di sentire la perdita, di avere il cuore spezzato o nutrire un profondo disappunto ci fa accedere al cuore dell’umanità ed alimenta la coscienza collettiva.

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